martedì 24 luglio 2012

Baidarka: il kayak diverso




Nell’immaginario collettivo di ogni canoista ,il kayak da mare, e questo da almeno quaranta anni,ha una linea e una forma ben definita nonostante l’interpretazione che il progettista decide di adottare per privilegiare determinate caratteristiche, ma  la forma sostanzialmente rimane tale,parliamo dei kayaks groenlandesi


Tutto è partito nel 1972 con la costruzione dal primo kayak in composito ad opera di Frank Goodman della valley denominato Anas Acuta,il disegno fu estrapolato da Geoff Blackford sulla base di un kayak della Groenlandia occidentale usato nel distretto di Igdlorssuit .




Da li a breve tempo nel 1977, Grahame Sisson, in Nuova Zelanda iniziò a produrre sotto licenza di Frank Goodman un’altra pietra miliare del kayak da mare : il nordkapp.

Da allora ad oggi abbiamo assistito ad aggiustamenti, modifiche, ma tutto è partito da questo kayak storico.

In questo ultimo decennio,si sta consolidando sempre più l’interesse verso uno scafo completamente diverso da ciò che siamo abituati a vedere,o ad usare: il Baidarka o Iqayax antico nome originario anch’esso un kayak storico, probabilmente anche l’imbarcazione più antica di tutti i popoli artici.


L’origine di questo scafo si colloca nell’arco artico opposto alla Groenlandia,che va dalla penisola dell’Alaska fino alle coste est della Kamcatka, le isole aleutine.




Dal bellissimo libro che ha prodotto George Dyson nel 1986 all’etnografo Davd Zimmerly che ne ha descritto la sua costruzione con il metodo tradizionale, molti appassionati , compreso il sottoscritto si sono avvicinati a questo anomalo scafo,dalle qualità marine leggendarie , avvalorate da testimoniante storiche a partire da metà 700 dagli esploratori Steller ,Cook dai preti ortodossi e degli stessi russi che lo usarono come simbolo di potere,tutto questo, la leggenda di questa magnifica imbarcazione per due generazioni,e stato sepolta, dissolta, dimenticata, purtroppo anche dalla cultura del popolo che ne è stato l’artefice e ideatore,per i massacri subiti dal popolo russo.

Per chi volesse approfondire :

http://www.arctickayaks.com/PDF/Robert-Lamblin1980/robert-lamblin.htm



Il baidarka è uno scafo che rompe,rompe per l’ idea che abbiamo del kayak da mare ,che deve essere filante basso nell’acqua con le estremità rialzate e dalle linee simmetriche e proporzionate,il baidarka no!!! complesso ed estremamente evoluto,diverso nella forma nei volumi così sbilanciati di prua ,come in quelli di chiglia a poppa ,dalla coperta così imponente dalla forma a tetto per poter scaricare meglio l’acqua nei mari agitati,una vera macchina da guerra,capace di incassare venti e mari da far rabbrividire.
Progettato per navigare in uno dei tratti di mare più tempestosi al mondo,è stato via via migliorato nei secoli fino ad arrivare alla perfezione assoluta.


Baidarka con arco bifido a forchetta



Baidarka con arco bifido ricurvo



Questo strano e mirato equilibrio di volumi e posizioni ,messo a punto in millenni di storia tramandata ,da padre in figlio ,ha migliorato la conoscenza delle forme, le proporzioni, le proprietà e le qualità tecniche, e l’ha portato ad essere un kayak sorprendentemente efficace ed efficiente , nella navigazione d’altura con mari nervosi,come nel girare la prua verso terra nelle serfate da sbarco con i frangenti.

Il baidarka 546 in composito della SKD con arco bifido a forchetta


Così come la forma della chiglia a otto spalle che taglia le molecole d’acqua,diminuendo la viscosità di attacco come il coefficiente di attrito, ma aumentando la scorrevolezza all’avanzamento,ho la facilità di inclinazioni laterali dello scafo in piena sicurezza,inimmaginabili per un kayak groenlandese .

Baidarka doppio con arco ricurvo

Ma la cosa che più definisce il baidarka oltre alla seduta molto arretrata è l’arco bifido a forchetta, o ricurvo a prua ,così come la linea terminale della poppa,questi due elementi,sono l’emblema identificativo di questa imbarcazione per molti ancora sconosciuta …...