giovedì 10 marzo 2011

Aleut Two Hole Kayak 160336


Una cosa è certa ,questo kayak non verrà sicuramente inosservato,e non solo per le dimensioni,ma per la bellezza della sua linea marina,semplicemente spettacolare.









Per chi è appassionato di tecnica navale, non può che rimanere estasiato da una simile imbarcazione sicuramente complessa e laboriosa sul piano costruttivo ,ma proprio quella che regala emozione e gioia, che parte dall’idea ,allo sviluppo dei disegni, fino ad arrivare al sospirato varo in mare.






sabato 5 marzo 2011

campionato Italiano di eskimo 2011


Anche quest’anno si svolgeranno i campionati nazionali di eskimo.
La manifestazione promossa da Tatiana Cappucci,inizierà sabato 12 marzo e terminerà domenica 13,presso la piscina di pontedecimo-A.S.D fratellanza nuoto via Coni Zugna 2 Genova.




La pnkayak,ormai impegnata da 5 anni sulla conoscenza e sulla divulgazione dei kayak tradizionali, sarà presente alla manifestazione come sponsor,e porterà due repliche di kayak storici da caccia, un west greenland kayak originario della zona di Sisimiut (Groenlandia) e un east greenland kayak della zona di Nuuk che potranno essere provati e testati in piscina.

martedì 1 marzo 2011

Qualità essenziali del Baidarka



Nell’ottocento il baidarka fu una barca molto ammirata da marinai esploratori e missionari ortodossi per la sua linea particolare, per la sua perfezione costruttiva, e per le sue innegabili qualità marine.
Un missionario ortodosso russo di nome Veniaminoff,che ha vissuto in Unalaska dal 1824 al 1834 ha scritto:
Il Baidarka è un tale pezzo di perfezione ,che nessun matematico sarebbe in grado di aggiungere alcunché per migliorare le sue qualità marine (tradotto nel 1933 da Jochelson)
Sauer scrisse:
I baidarka di Ounalaschka sono infinitamente superiori a qualsiasi kayak di zone limitrofe, regolarità nelle proporzioni,un elevatissimo livello di artigianalità, costituiscono una bellezza strutturale ed un’eleganza di perfezione assoluta.
Progettato per affrontare mari impegnativi,il baidarka aveva una struttura estremamente flessibile,questo per assorbire e scaricare l’energia prodotta dalla violenza delle onde.
La chiglia era articolata in tre sezioni,con giunti a scarpetta, tenuti con legature assiali che longitudinali,le ciavatte di chiusura sia di prua che di poppa venivano inserite in un unico pezzo,per poi essere tagliate lungo la mediana,e ricollegate nuovamente tramite legature.

Anche l’ossatura del kayak era estremamente flessibile,generalmente veniva usato il salice artico, le centine di sezione ovale erano semplicemente inserite nelle travi portanti(longheroni) senza essere solidale con la struttura, insomma tutto era studiato per conferire la massima elasticità strutturale. per affrontare uno dei tratti di mare più temibili dell’intero pianeta.
Ma ciò che distingueva il baidarka forte della sua personalità,rispetto a tutte le imbarcazioni trovate nelle regioni limitrofe dell’Alaska e del Kodiak ,era la forma insolita della prua rappresentata da un arco bifido ricurvo,prerogativa assoluta dei baidarka sia doppi che tripli,ma anche l’arco bifido dritto,su alcuni singol, come per esempio la replica del modello che ho costruito, e che si trova al museo di Antropologia di Leningrado.










La poppa del kayak anche essa particolare,aveva una forma tronca,ed era formata da un asse quasi verticale, in sintesi rappresentava l’estensione della chiglia ,l’accoppiamento,veniva fatto o ad incastro,assicurato con legature,oppure la linea della chiglia veniva fatta sormontare sulla struttura,per poi essere consolidata sempre tramite legature.








La struttura dello skin terminato,in sintesi rappresentava,una gabbia concatenata,con un grandissimo grado di elasticità.
Oltre l’aspetto simbolico di questa forma , (gli Aleuti rappresentavano il baidarka alla lontra),vi era sicuramente un motivo funzionale che ha avuto un’evoluzione che è durata millenni, subendo modifiche e migliorie che si sono tramandate da padre in figlio,fino a concepire un’imbarcazione allo stato puro dell’arte.
Il frame veniva sempre colorato con una miscela di sangue di merluzzo e ocra, e non soltanto a fini decorativi ma anche a protezione del legno, così come gli arpioni e le pagaie.
Venivano usati anche elementi in vernice nera (a base di inchiostro di polpo) in particolare sulla lama della pagaia,e sull’arpione esattamente dove il cacciatore impugnava il dardo.
In realtà questi due colori simboleggiavano, il rosso la morte, mentre il nero il potere e la forza.
Un’altra caratteristica fondamentale del baidarka,era la velocità che poteva mantenere,e soprattutto,la grande manovrabilità, qualità essenziale per la caccia alle lontre,ma questo alla prossima puntata.

.